L’amore artigiano, Venezia, Fenzo, 1761

Vignetta Frontespizio
 L’AMORE ARTIGIANO
 
 
    Dramma giocoso per musica di Polisseno Fegeio, pastor arcade, da rappresentarsi nel teatro di Sant’Angelo il carnovale dell’anno 1761.
    In Venezia, MDCCLXI, appresso Modesto Fenzo, con licenza de’ superiori.
 
 
 PERSONAGGI
 
 MADAMA COSTANZA cittadina vedova
 (la signora Giovanna Cesati di Milano)
 FABRIZIO cameriere di madama Costanza
 (il signor Domenico Pacini di Pistoia)
 BERNARDO vecchio calzolaro
 (il signor Giacomo Fiorini)
 ROSINA figlia di Bernardo che fa la sarta
 (la signora Teresa Alberis di Vercelli)
 ANGIOLINA cuffiara
 (la signora Rosa Dei di Firenze)
 GIANNINO legnaiolo
 (il signor Domenico De Angiolis di Roma)
 TITA fabro
 (il signor Giuseppe Mienci)
 UNA SCOLARA di Rosina, TRE SCOLARE di Angiolina, vari garzoni dei tre mastri artigiani, servitori di madama Costanza non parlano
 
    La musica del signor Gaetano Lattila, maestro del pio Ospitale della Pietà. Il vestiario sarà di ricca e vaga invenzione del signor Lazzaro Maffei veneto.
 
 
 BALLERINI
 
    Monsieur Pierre Bernard Michel, virtuoso della serenissima principessa ereditaria di Modena, il signor Gennaro Magri, la signora Giacomina Bonomi, la signora Angiola Agustinelli, il signor Giuseppe Gioannini Arcolani, la signora Laura Franceschi, il signor Pietro Onorio, la signora Catterina Gattai, il signor Michel Corradini, la signora Marianna Ceriati, il signor Antonio Chiarini, la signora Marianna Ricci.
    Li balli saranno di direzione e composizione del signor Gennaro Magri di Napoli.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Atto primo: piazzetta con varie case e botteghe ancora chiuse; camera in casa di madama; piazzetta come nelle scene antecedenti, colle botteghe aperte del fabro e del calzolaio e di più in mezzo la bottega aperta di legnaiuolo col banco fuori e varie tavole ed instrumenti di cotal arte; fuori della bottega del fabro una picciola incudine e fuori di quella del calzolaio una pietra, su cui tali artisti sogliono battere il cuoio, di qua e di là le case come prima.
    Atto secondo: stanza della casa di Bernardo con tavolino per uso di Rosina con vari lavori del suo mestiere e varie sedie di paglia; camera di madama Costanza; cortile che introduce ad un’osteria con tavola e panca ad uso de’ bevitori.
    Atto terzo: camera di madama Costanza; giardino in casa di madama Costanza.
    Il scenario tutto nuovo è invenzione del signor Gianfrancesco Costa, architetto e pittore veneto e socio della Reale Accademia Parmense.